giovedì 30 maggio 2013

Come pietra paziente



Una giovane donna di cui forse non per caso non ci viene rivelato il nome veglia e assiste l'anziano marito in stato di coma vegetativo dopo essere stato colpito al collo da un proiettile;fuori dalla semplice e spoglia stanza la periferia di una Kabul martoriata dalla guerra,nella quale imperversano bombardamenti,rappresaglie,bande di guerriglieri di opposte fazioni che battono casa per casa,torturando,stuprando e uccidendo chiunque abbia la sventura di trovarsi sulla loro strada.
Pur terrorizzata da un tale stato di cose,e tentata inizialmente di lasciare l'uomo al suo destino,il raccontarsi al marito esanime,iniziato in un momento di particolare angoscia e disperazione,diventa per lei un'esigenza irrinunciabile,che la porta ogni giorno a sfidare il coprifuoco,le bande dei guerriglieri ed il fuoco delle bombe per tornare al capezzale dell'uomo immobilizzato sul pavimento di casa a parlare di tutto ciò che lei,figlia,nuora,moglie,madre,ma mai donna,mai essere umano,aveva sempre dovuto tacere,facendo del corpo esanime del marito la pietra paziente del titolo e della tradizione afgana,ovvero la pietra magica che assorbe tutti isegreti e tutte le sofferenze che le vengono raccontati,per poi sgretolarsi,liberando il narratore di tutte le sue pene.
Come film ha un suo perchè ed anche una discreta efficacia narrativa,l'ho trovato abbastanza pesante però,e malgrado l'ambientazione realistica un po' troppo artificioso;comunque istruttivo.

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